Roccagloriosa è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano posto a 430 metri sul livello del mare, su di uno spartiacque delle valli dei fiumi Mingardo e Bussento, a nord del monte Bulgheria. Il nome è composto dal termine “rocca” e dall’aggettivo “gloriosa“. Il primo fa sicuramente riferimento alla sua posizione geografica, il secondo invece, per quanto ci tramanda la tradizione, deriva dalla devozione degli abitanti nei confronti di un’immagine della Madonna Gloriosa presente nelle chiesa del castello. Sulla collina denominata ‘Le Chiaie” sono stati ritrovati reperti databili all’età del Bronzo. Testimonianze più importanti risalgono all’età del ferro (VIII-VI secolo a.C.), in cui nella zona si sviluppò un insediamento stagionale. A partire dal V secolo a.C. si sviluppò un abitato, formato da case a pianta rettangolare allungata, posate su uno zoccolo di pietra.
Dal IV al III secolo a.C. si costituisce un perimetro difensivo dell’abitato, cioè una cinta muraria costruita con blocchi di calcare, che lascia all’esterno la necropoli. All’interno della cittadina così fortificata le abitazioni si dispongono in isolati rettangolari. Su un frammento di tavola bronzea rinvenuto durante gli scavi archeologici, databile al IV-III secolo a.C., è stato ritrovato uno statuto riguardante l’ordinamento istituzionali civile dell’antica cittadina, testimoniando quindi una notevole complessità della vita civile e amministrativa del popolo dei Lucani. Nel I secolo a.C., i superstiti alla distruzione di Orbitania, eressero un nuovo insediamento, non lontano dal primo, su uno costone di roccia chiamato Armo. L’insediamento si chiamò Patrìzia, l’odierna Rocchetta, cittadina che visse fino al IV secolo d.C. Alla fine del IV secolo, il generale Stilicone sbarcò con i suoi soldati nel Golfo di Policastro, trovò la zona adatta per l’accampamento delle sue truppe. Queste si diedero al saccheggio e alla distruzione degli abitati vicini, e gli abitanti di Patriziafurono costretti a fondersi col nucleo originario: da questa unione nacque un nuovo insediamento, intorno ad una chiesetta del 412 dedicata alla Madonna, zona ancora oggi chiamata Rocca. Nel VI secolo, in seguito alle invasioni bulgare, presso la Rocca venne costruito uncastello, e si costituirono gli abitati di Aquavena, Celle Bulgheria e Rocchetta. Nel 590 fu conquistata dai Longobardi, che ingrandirono il castello. Nel XIII secoloquesto era uno dei castra exempia di Federico II di Svevia, e se ne riservava l’affidamento direttamente alla casta regnante.
In epoca moderna, il castello dovette subire il saccheggio delle truppe napoleoniche, il 3 agosto 1806. Questo fu incendiato e devastato, per poi essere demolito negli anni ’50 del XX secolo.
Passeggiare nel borgo antico di Roccagloriosa consente di ammirare testimonianze architettoniche e artistiche di pregio e di lasciar andare l’immaginazione ai tempi in cui le varie famiglie gentilizie eressero le loro fastose residenze. Numerosi sono infatti i palazzi dai bei portali in pietra lavorata, oltre alla pregevole architettura dei conventi e delle chiese sparse su tutto il territorio. Tra vicoli stretti e stradine tortuose, Roccagloriosa racchiude molte chiese e cappelle, testimonianze di una ricca tradizione religiosa e spirituale e di un importante patrimonio architettonico, artistico e culturale, tra tutte ricordiamo la Chiesa di San Giovanni (ostruita nel XI secolo, fu restaurata nel 1763 per la terza volta), la Chiesa della Gloriosa (costruita nel 412, è la chiesa più antica del comune, dedicata alla Gloriosa Madre di Dio) e la Chiesa di San Nicola (del XVII-XVI secolo, ampliata nel XVII e XVIII secolo).