Bellosguardo, incorniciato tra il fossa Fasanella e il fiume Ripiti, si erge come una gemma montuosa nel suggestivo territorio del Cilento, all’interno del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Misteri delle Origini e Antiche Tracce
Le origini di Bellosguardo sono ancora avvolte nel mistero, ma le tracce del passato emergono durante scavi effettuati per la costruzione di un edificio scolastico. Tombe risalenti al IV-III sec. a.C. sono emerse, e nel museo provinciale di Salerno riposano monete italiote, frammenti di vasi di ceramica orientale ed ambre, suggerendo che la zona fu abitata fin dall’VIII secolo a.C. La valle, sin dalla fine del V sec. a.C., fu un crocevia vitale per il commercio tra Posidonia, la valle del Tanagro e le colonie greche sullo Ionio, evidenziato dalla strada che in gran parte segue l’odierna statale 166.
Tra Feudalesimo e Risorgimento
Bellosguardo si affermò nel Medioevo, distinguendosi come una baronia angioina nel periodo feudale longobardo. Nel 1695, Giacomo Pignatelli acquisì il borgo, cedendolo successivamente alla famiglia Caracciolo. Durante il Risorgimento, l’animo patriottico dei cittadini di Bellosguardo si manifestò attraverso il sostegno alle fila garibaldine.
Tesori Artistici e Religiosi a Bellosguardo
Bellosguardo ospita opere d’arte e luoghi di culto che narrano la sua storia. La chiesa parrocchiale di San Michele custodisce affreschi di Pasquale Avallone, un talentuoso artista salernitano. Un altro gioiello è la chiesa di Santa Maria delle Grazie, situata vicino al convento dei Padri Minori di S. Francesco, risalente ai primi del ‘500. Il portale esterno è ornato da due leoni in pietra, mentre all’interno si ammira una statua lignea della Madonna delle Grazie e un importante affresco attribuito alla scuola di Giotto.
Bellosguardo, con il suo paesaggio e la sua eredità storica, invita a un viaggio attraverso le epoche, svelando i segreti di questa perla montuosa nel cuore del Cilento.