Sant’ Arsenio è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano posto a 463 metri sul livello del mare, nella gola fra i monti Alburni e il Massiccio della Maddalena, ai piedi del monte Spina dell’Ausino, in prossimità del Tanagro. Il nome è ispirato al culto di Sant’Arsenio, che fu un eremita che visse a lungo in Asia Minore (anche se la Santa patrona del luogo è Sant’Anna). Di fondazione altomedioevale, Sant’Arsenio deve sia l’agionimo sia la fondazione ai monaci italo-greci (VIII-IX sec.), seguaci dell’egumeno Scenute, da cui “scenuddi” apostrofazione locale data ai santarsenesi, che qui insediatisi edificarono un “Cenobio” dedicato alla Divina Sapienza o Spirito Santo (Santa Sofia). Le alterne vicissitudini fanno si che nel IX secolo, il Casale di Sant’Arsenio, appartenga al Castaldato di Diano e nel 1136 donato alla Badia della S.S.Trinità di Cava de’ Tirreni, che operò una imponente latinizzazione delle terre grecofone, tra cui nel 1206 il Casale di S.Arsenius s’identificò con l’agionimo di S. Alfanus. La giurisdizione ecclesiastica fu della Badia Cavense prima (fino al 1513), e della Diocesi di Cava poi (dal 1513 al 1850), mentre la giurisdizione civile e criminale fu esercita da Diano (odierna Teggiano). Nel ‘600, Sant’Arsenio come tutto il Regno di Napoli, conobbe l’imperiosa depressione fiscale e l’altrettanta energica forza della rivolta popolare qui attuata dal ribaldo bannita Giovan Battista Verricella detto Tittariello (1630-1648) che qui perpetrò operazioni di rivolta contro l’esazione fiscale messa a punto dal Viceregno Napoletano. Il ‘700, portò sia all’incremento demografico sia all’implementazione delle arti e dei mestieri, facendo di Sant’Arsenio una fucina di maestri d’ascia ed ebanisti, di artigiani ed artisti; nel mentre si andava implementando sempre più l’urbanizzazione civile ed ecclesiastica, come ci testimoniano le case palazziate dei Pessolano già palazzo Baronale, dei D’Aromando, dei Costa-Priore e dei Mele, le civili abitazioni che si snodano, addossate l’una all’altra lungo le strette cortine viarie.
Ogni strada ospita una chiesa o una piccola cappella, al cui interno non mancano preziose testimonianze artistiche. Tra gli edifici di culto meritano interesse la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore, San Tommaso e Santa Maria dei Martiri. L’intero tessuto urbano arcaico è costituito da una serie di case edificate sulla nuda roccia, il cui ingresso è caratterizzato da portali litici databili tra ‘5 e ‘700. Grazie alla sua collocazione pedemontana, il Comune non manca d’interessanti siti naturali. Meritevole di attenzione, uno fra tutti, è il Monte Carmelo (1145 mt. slm). Sito naturalistico di facile accesso grazie alla strada rotabile che s’inerpica tra lussureggianti castagneti e faggeti, fino a raggiungere la vetta dove è ubicato il piccolo Santuario dedicato all’eponima Vergine del Carmelo (edificato nel 1952), e più in basso un’ampia distesa verde, detta “Lago”. Dalla terrazza naturale offerta dal Santuario è possibile godere di un panorama mozzafiato da cui trarne una istantanea dell’intero Vallo di Diano. Lasciato il Santuario si può piacevolmente trascorrere la giornata all’aperto a contatto con la flora, la fauna e la vegetazione montana. Infatti, nella zona detta Lago, antico sito risalente al Pleistocene, come dimostrano i fossili rudisti, è possibile riposare e godere del verde attrezzato a pic nic.