Roccadaspide è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano posto a 340 metri sul livello del mare, nell’alta valle del fiume Calore, alla sinistra della confluenza col Ripiti e col Fasanella, alla destra del Monte Vesole. I primi insediamenti nel territorio vengono ricondotti alla civiltà greca ed etrusca. In particolare in località Tempalta, luogo caratterizzato da basse collinette a ridosso della vicina piana del Sele, sono state portate alla luce le tracce di insediamenti abitativi e di una necropoli i cui materiali vengono datati a partire dalla seconda metà del VII secolo a.C. e fino a tutto il IV secolo a.C. Il primo nucleo urbano organizzato è sorto solo a partire dal VII secolo d.C., quando la vicina città di Paestum fu gradualmente abbandonata a causa dell’ impaludamento della zona e alle successive incursioni lungo la costa dei Saraceni e dei Normanni, che portarono gli abitanti di Paestum a cercare rifugio sulle colline circostanti. Le prime notizie documentali risalgono al tempo del Principato di Salerno e attestano che nel X secolo d.C. Roccadaspide era chiamata Casavetere di Capaccio o San Nicola de Aspro. Tali elementi confermano l’esistenza di antichi legami con le popolazioni di Capaccio nonché l’esistenza di un’antica chiesa probabilmente bizantina. Le fonti riportano inoltre che S. Nicola de Aspro, tra la fine del X secolo e l’inizio del XI secolo, faceva parte della contea di Capaccio, la quale era soltanto una parte del più ampio Gastaldato di Lucania. Nell’archivio dell’Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni, è stato rinvenuto un atto notarile del 15 maggio 1092, il quale prova che a quel tempo Roccadaspide fosse una badia dipendente dall’Abbazia di Cava de’ Tirreni e che vi fosse una chiesa eretta in un perimetro delimitato da una rocca e da mura.
Compreso nell’agglomerato urbano del centro capoluogo, il castello è situato su un’altura che domina la sottostante Valle del fiume Calore Lucano. La sua edificazione venne presumibilmente iniziata nel 1245, sulla base di una rocca già esistente. Si ritiene che fu l’imperatore Federico II di Svevia a voler fortificare la struttura originaria, in seguito agli eventi relativi alla congiura di Capaccio, allo scopo di porre in quella zona un baluardo per meglio controllare la Valle del Calore Lucano. Dopo la sua costruzione, il castello ha ospitato le varie famiglie nobiliari alle quali veniva concessa la signoria dell’Universitas di Roccadaspide; attualmente il castello è di proprietà di privati. Fuori dal centro abitato è invece costruito il convento Francescano dei P. Conventuali dedicato a S. Maria delle Grazie. Posto su una collinetta isolata è infine posto il Convento dei Carmelitani dedicato a S. Maria dell’Arco e del Carmine. La sua funzione principale era quella di custodire le tombe delle famiglie nobili rocchesi e l’ossario comune. Il Convento venne saccheggiato nel 1799 ad opera delle truppe franco-napoletane guidate dal generale Schifani in quanto i frati avrebbero appoggiato i filo-borbonici nel corso delle vicende che interessarono la Repubblica Napoletana. Tre le chiese più importanti: la Chiesa dell’Assunta, situato nel centro storico ed è la più antica chiesa del paese; la Chiesa della Natività di Maria,
attuale chiesa madre, è situata su un’altura che domina la piazza principale del paese, fu edificata nel 1608 nei pressi dell’allora Monastero di clausura di S. Elisabetta e la Chiesa del Carmine o dei Morti, costruita dinanzi al castello nel 1700, era una chiesa della congrega dei morti dove vi era una fossa comune. Il principale elemento floreale della zona è costituito dall’albero di castagno che in queste zone produce una particolare varietà di castagna a cui è riconosciuto il marchio IGP.