Piaggine è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano posto a 630 metri sul livello del mare, presso le sorgenti del fiume Calore, fra i monti Scanno del Tesoro e Raia della Petina, a nord ovest del Cervati. Il nome deriva dal termine dialettale piaggia o playa, ossia lido che scende sul mare. ll borgo, denominato Piaggine Soprane (per distinguerlo da Piaggine Sottane, oggiValle dell’Angelo), dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Laurino, appartenente al Distretto di Vallo del Regno delle Due Sicilie. Dopo l’annessione al Regno d’Italia cambiò la denominazione in Piaggine.
Una passeggiata per il paese, specialmente per i quartieri più antichi, quali Ponte e S. Giuseppe, ed in quelli rimasti più integri quali Tempa, Coste e S. Anna, è una esperienza veramente suggestiva, un tuffo nel passato, camminando per un dedalo di vicoli, rampe che si inerpicano su per i monti, scoprendo pittoreschi angoli, in cui le case si addossano le une alle altre, scoprendo squarci di paesaggio naturale, cortili antichi ed eleganti ed artistici portali in pietra, testimonianza di un passato glorioso e di una raffinata perizia di artisti artigiani, purtroppo rimasti anonimi. Il fervore religioso è testimoniato dalla presenza di due conventi, quello dei Benedettini nel nucleo antico, e quello dei Cappuccini (1615, fornito di una biblioteca sede di una scuola di teologia e filosofia) nella parte alta del paese, e dalla presenza di molte chiese. Chiesa di S. Nicola, eretta nel 1500 , ma più volte rimaneggiata; Chiesa della Madonna del Carmine, annessa al convento dei cappuccini, di cui rimane solo il chiostro, fu costruita nel 1500; Chiesa di S. Pietro del 1200, restaurata nel 17° secolo e di recente; Chiesa della Madonna del Vivo, cappella sul Monte Vivo a 1100 m. di altitudine, piccola Cappella in una grotta naturale sul Monte Cervati (1898 m.) dedicata alla Madonna della Neve, la cui festa si celebra il 5 agosto. Stemmi, portali e cortili connotano molti palazzi e segnalano le famiglie più antiche. I cortili dei palazzi più importanti sono pavimentati con l’acciottolato ricavato dalle pietre del fiume. Hanno un pozzo, una cappella, piccoli giardini con fiori e generalmente viti, locali terranei detti ” magazzeni ” per conservare le provviste. Erano parcheggio per le carrozze. La presenza di “voccule” (anelli di ferro o pietra per attaccare gli animali da traino) ne sono la prova. Uno splendido esempio è il Palazzo Vairo in Piazza Plebiscito. Altri palazzi, meno importanti, avevano cortili per tenervi paglia, fieno, animali da cortile, maiali (come testimonia la “gàvata” ovvero il truogolo in pietra o legno che vi si trova). Nella maggior parte di questi cortili si trovano il forno e gli strumenti per la vinificazione. Sul cortile, infine, affacciano le stanze interne del palazzo.