Licosa è un paese del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, frazione del comune di Castellabate, costituita da un promontorio denominato Enipeo da Licofrone o Posidio da Strabone che ospita un vasto parco forestale di macchia mediterranea. L’area forestale, composta da macchia mediterranea che arriva fino al mare – tutelato dall’istituzione dell’area marina protetta Santa Maria di Castellabate -, ospita al centro la frazione, un piccolo borgo di alcune decine di abitanti posto alle pendici del Monte Licosa (326 m s.l.m.). La sua estremità, in corrispondenza della quale si colloca l’isoletta omonima con il faro, chiude a sud il golfo di Salerno, e rappresenta un punto importante per la navigazione fin dai tempi antichi. L’Isola ospita l’habitat naturale di un particolare tipo di lucertola endemica dalla livrea verde e azzurra, la Podarcis sicula klemmeri. Il nome deriva dal greco Leukosia (Λευκωσία, pron. lefkosía in greco moderno) che significa “bianca”, e la leggenda vuole che Leukosia sia una delle tre sirene che Ulisse incontrò nel suo viaggio, nell’Odissea omerica. Il toponimo è quindi strettamente correlato con quello della capitale cipriota Nicosia (Lefkosía in greco, Lefkoşa in turco) e, con quello del comune siciliano di Nicosia.
Licosa era una territorio abitata fin dal paleolitico superiore. Questo lo si è appreso grazie ai reperti in pietra rinvenuti in località Sant’Antonio. Nei secoli, nella zona si sono insediate diverse popolazioni come Enotri, Greci, Lucani e Romani. Testimonianze di una civiltà greca si hanno sul promontorio di Licosa e dintorni, che era la sede della città di Leucosia o Leukothèa. Lungo la sua costa si scorgono tre torri: Torre di Licosa, è una postazione di avvistamento di origine angioina (1277), la più antica del sistema difensivo di Castellabate; Torre Cannitiello o “Mezzatorre”: una postazione di avvistamento che risale al periodo 1567-1569; Torre del Semaforo o Torricella una postazione di avvistamento del 1570, posta sulla collina di Licosa. Deve il suo nome al fatto che utilizzava segnali di fuoco o fumo per comunicare con le altre torri della fascia costiera o col Castello dell’abate posto in cima a colle Sant’Angelo. Al centro del paese troviamo la Cappella di Santa Maria del Soccorso, edificata per offrire ricovero ai naufraghi sul molo di punta Licosa al fianco di palazzo Granito. Nel cuore della collina licosana si trovano i ruderi del Convento Sant’Antonio Abate, eretto dai monaci cappuccini nel XVII secolo per offrire rifugio ai confratelli provenienti dal meridione.